Nouveau Réalisme
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THE NEW REALISTS

CRONOLOGIA DEI RAPPORTI TRA NOUVEAU REALISME E NEODADAISMO AMERICANO.

1962

A febbraio Tinguely è a Los Angeles per esporre alla Everett Ellin Gallery; in questa occasione la catena televisiva NBC lo contatta per chiedergli di organizzare un evento per il programma televisivo David Brinkley's Journal. Tinguely appronta un progetto di macchina autodistruttrice Etude pour une fin du monde n.2 che è la continuazione ideale di Etude pour une fin du monde n.1 realizzato nel parco del Louisiana Museum di Humlebaek in Danimarca nel settembre 1961. Quest'opera, chiamata anche Opéra-Burlesque-Dramatico-Big-Thing-Sculptor-Boum viene realizzata nel deserto del Nevada a pochi chilometri da Las Vegas. L'assemblage-evento molto colorato dura circa mezzora tra carrelli di supermarket semoventi e esplosioni continue tra le quali la più bizzarra aveva protagonista un frigorifero riempito di piume. Uno dei giornalisti presenti, Herm Lewis, scrisse in un suo articolo:

...In realtà non avevamo previsto che gli errori commessi avrebbero fatto di Jean stesso parte della sua creazione. Quando una carica di dinamite non riusciva ad esplodere, si è precipitato intrepido tra il fumo e le fiamme per farla scoppiare con le sue mani. Più tardi, passato il pericolo è ritornato tra i resti fumanti e ne è venuto fuori sorridente con un motore ancora utilizzabile sotto il braccio, simboleggiando, per qualche spettatore almeno, che non si riuscirà nemmeno a distruggere il mondo e, in un modo o nell'altro, l'uomo rinascerà dalle sue ceneri, pronto a partire da zero, mettendo in salvo qualcosa con cui ricominciare... (1)
Sequenze relative alla realizzazione di Etude pour une fin du monde n.2 di Tinguely nel deserto del Nevada e sessione di tirs di Niki de Saint-Phalle sulle colline di Malibu, California.
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Niki de Saint-Phalle durante l'evento di "Action de tir" organizzato dalla Everett Ellin Gallery di Los Angeles

Il 4 marzo primi eventi di "Tiri" negli Usa di Niki de Saint-Phalle. Prima sulle colline di Malibu di fronte alla dimora di Virginia Dwan cui partecipano anche Robert Rauschenberg e Edward Kienholz, in seguito a Los Angeles in un parcheggio presso la Everett Ellin Gallery organizzatrice dell'evento. Aiutanti "in campo" alla ricarica delle armi sono Tinguely e Kienholz. Tra gli spettatori ad assistere all'evento ci sono personalità come John Cage, Ed Ruscha, Leo Castelli e Lawrence Lipton. (2)
Sempre in marzo si apre la seconda esposizione Antagonismes al Musée des Arts Décoratifs che ha per tema l'oggetto. Arman vi espone un accumulazione luminosa di lampade elettriche, César un Ensemble de télevision e Klein i suoi progetti di architettura dell'aria presentati nel catalogo da Pierre Restany. Da segnalare nella mostra un quadro double face dell'americano Larry Rivers The Friendship of America and France animato da un motore fornito da Tinguely.
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César, Ensemble de télevision (1962) Centre Pompidou, Paris
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Larry Rivers e Jean Tinguely, The Friendship of America and France (1962) Assemblage: olio su tela, supporto metallico, motore elettrico e basamento di legno. 204x104x81 cm
Tinguely e Niki, a New York ritrovano Rauschenberg con cui collaborano assieme per la realizzazione, il 4 maggio, di una serata-happening al Maidman Playhouse, The construction of Boston  Opera la cui parte coreografica dei danzatori Steve Paxton e Viola Farber è affidata a Merce Cunningham. Kenneth Koch scrive il copione e i ruoli vengono affidati a Oyvind Fahlström, Billy Klüver, Henry Geldzahler, Frank Stella, e Rauschenberg che realizza un combine-painting. Niki de Saint-Phalle spara su una Venere di Milo che "sanguina" colori verde, rosso, blu e giallo e Tinguely, durante lo spettacolo, costruisce un muro di mattoni sul palcoscenico il cui compimento rende superflua la tradizionale chiusura del sipario.
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Niki de Saint-Phalle e la sua Venere di Milo "sanguinante"
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I partecipanti di The construction of Boston
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due scene di The construction of Boston
In agosto ad Amsterdam Willem Sandberg, direttore dello Stedelijk Museum viene convinto da Tinguely, Spoerri e Pontus Hulten a
realizzare un vecchio progetto di esposizione-happening realizzata da più artisti lavoranti in comune chiamata Dylaby o labirinto
dinamico in cui la partecipazione del pubblico diventa determinante. La mostra è concepita come un percorso, dove dapprima lo spettatore attraversa tentoni, sottoposto a molteplici esperienze sensoriali (odori, suoni, luci variabili), il labirinto oscuro di Spoerri la cui uscita si rivela una "sala-trappola" dove l'intera stanza con mobili, sculture e quadri esposti è stata completamente girata di novanta gradi dal suo asse.
In seguito lo spettatore entra nell'atmosfera estiva e balneare della Raysse-Beach piena di palloni, salvagenti, bagnanti, piscine in plastica, juke box, insegne al neon per poi passare nella sala di Niki de Saint-Phalle dove si incontrano dei mostri preistorici su cui tranquillamente sparare. Proseguendo, il visitatore incontra due sale dove Per Olof Ultvedt e Rauschenberg hanno realizzato degli environnents  ecologici. Alla fine si esce dall'esposizione passando prima nella sala riservata a Tinguely dove si viene investiti da una moltitudine di palloni, proiettati da potenti ventilatori, con la scritta Dylaby.
In ottobre a Parigi, Alain Jouffroy e Robert Lebel organizzano alla Galerie du Cercle l'esposizione Collages et Objets che vuole essere
l'ideale prosecuzione e "correzione" della mostra The Art of Assemblage organizzata al M.O.M.A. di New York l'anno precedente. Oltre
ad una sezione storica con Arp, Brauner, Cornell, Duchamp, Ernst, Matisse, Mirò, Picabia, Picasso, Schwitters e molti altri ancora; vi
espongono anche Arman con l'ascia di Barney  (il sassofono sfasciato del jazzman Barney Willem), Deschamps, con un frammento
di telone dell'U.S. Air Force, Jim Dine, Dufrêne, Hains con una lamiera, Jasper Johns, Rauschenberg, Raysse con Miroir aux houpettes, Rotella, Spoerri con L'Optique Moderne e Villeglé.
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Martial Raysse, Miroir aux houpettes (1962) accessori per trucco, specchio, fotografia, plastica, carta. 40x60x4 cm.
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Arman, La Hache de Barney (1962) Sassofono sfasciato e vernice su pannello di legno. 138x91x15 cm.

A New York sempre in ottobre vi è un nuovo confronto tra artisti americani ed europei. L'incontro tra Pierre Restany e il mercante americano Sidney Janis qualche mese prima a Parigi, porta ad organizzare l'esposizione The New Realists. La particolarità di questa mostra è il fatto che a confrontarsi con i nouveaux réalistes europei qui presenti (Arman, Christo, Hains, Klein, Raysse, Rotella, Spoerri e Tinguely) non sono più gli esponenti storici del neodada americano cioè Johns, Rauschenberg, Stankiewicz e Chamberlain ma la nuova generazione destinata ad esplodere sotto l'insegna della Pop Art ovvero Jim Dine, Indiana, Lichtenstein, Oldenburg, Rosenquist, Segal, Thiebaud, Warhol e Wesselmann oltre ad una nutrita schiera di giovani talenti europei come Baj, Baruchello, Blake, Fahlström, Latham, Phillips, Schifano e Ultvedt. Rotella viene invitato a parlare della sua opera alla School of Visual Arts di New York.
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Mimmo Rotella, Omaggio al Presidente (1963) Manifesti lacerati incollati su tela. 82x174 cm. Collezione privata.
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James Rosenquist, President Elect, (1960–61/1964) Olio su Masonite, 228x365.8 cm. Centre Georges Pompidou, Musée National d’Art Moderne.
Sempre a New York alla Iolas Gallery prima personale di Niki de Saint-Phalle che espone Stand de Tir, Gorgo, Grand Relief, e le
Cathédrales;  in novembre Martial Raysse vi espone la Raysse Beach che aveva realizzato per Dylaby , seguito poi da Jean Tinguely che a fine mese espone le sue nuove Radio-sculture denominate WNYR , costituite da apparecchi radio il cui selettore di frequenza è continuamente azionato da un motorino al fine di diffondere nell'ambiente della galleria la più grande varietà possibile di programmi.


1963

In gennaio alla Dwan Gallery di Los Angeles, Niki de Saint-Phalle realizza il suo King Kong, un grande rilievo di sei metri di lunghezza. Raysse, sempre alla Dwan Gallery presenta la sua esposizione Mirrors and Portraits  dove utilizza il neon per una grande scultura luminosa e lampeggiante che serve anche a sottolineare con un tratto di luce artificiale i suoi quadri esposti. Il successo della mostra lo porta poco tempo dopo ad esporre al De Young Museum di San Francisco.
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Martial Raysse, A (1963) Neon fissato su tela dipinta. 41x28 cm. Galerie Samy Kinge, Paris
In aprile Arman espone da Sidney Janis a New York, esposizione che si trasferirà a Parigi alla galleria Lawrence in maggio. In questo periodo Arman comincia a risiedere a New York dove acquisterà la cittadinanza americana nel 1971.
Esposizione di Tinguely in maggio alla Dwan Gallery che segna una nuova tappa della sua evoluzione artistica dove, in rottura con il periodo precedente dipinge le sue realizzazioni di nero opaco, che assorbe la luce e valorizza i contorni delle forme. Contemporaneamente è continuamente alla ricerca di nuovi materiali e tecnologie per migliorare il funzionamento e rendere più durature le sue opere.Gli americani oramai hanno conquistato l'Europa, a Parigi la galleria che Ileana Sonnabend ha aperto l'anno precedente consacra le sue prime esposizioni a Johns e a Rauschenberg per poi in seguito lanciare attraverso numerose personali e collettive le nuove stars della pop art americana Lichtenstein, Dine, Oldenburg, Rosenquist, Segal e Warhol in attesa della definitiva consacrazione della Biennale di Venezia e di Documenta III di Kassel nel 1964.

Nel 1963 i Nouveau Réalistes concludono le esperienze collettive per dedicarsi ognuno al proprio percorso artistico, in svariate occasioni si ritroveranno a lavorare assieme e alcuni di loro troveranno negli Stati Uniti il terreno ideale per le loro realizzazioni. Resta comunque il fatto che per più di un quinquennio, proprio negli anni di maggior sviluppo creativo dei protagonisti del Nouveau Réalisme, l'arte contemporanea ha vissuto importanti momenti di grande vitalità artistica, tra Europa ed America si è sviluppata una comunicazione creativa mai vissuta precedentemente che ha contribuito non poco all'avvicinamento del pubblico al mondo dell'arte.
Note:
1. Pontus Hulten, Tinguely, una magia più forte della morte. Bompiani, Milano 1987
2. Nota aggiunta al testo originale


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